Tutta la Comunità educante, non solo la Scuola, è chiamata in campo per dare risposte all’emergenza educativa in riferimento alla crisi morale e sociale, alle esigenze della globalizzazione, a un rincorrersi di dinamismi sempre più veloci a causa del gigantesco sviluppo scientifico e tecnologico. Per rinnovare l’educazione è più che mai necessario promuovere un nuovo Contratto Sociale che permetta di riparare le ingiustizie del passato e di costruire futuri più equi e sostenibili. Secondo la Commissione internazionale che ha curato il Rapporto UNESCO, un nuovo Contratto Sociale per l’educazione rappresenta l’invito a un’azione collettiva che coinvolga tutte le parti interessate all’istruzione – pubbliche, private e civili – con l'obiettivo di definire l’organizzazione e le finalità del sistema educativo al fine di re-immaginare i nostri futuri insieme.
Secondo il nuovo Rapporto Unesco bisogna partire da tre domande: che cosa dobbiamo continuare a fare? Che cosa dobbiamo abbandonare? Che cosa deve essere inventato da capo in modo creativo? Un contributo per rispondere a queste domande è stato dato da Sobhi Tawil, direttore della Divisione “Future of learning and innovation” dell’UNESCO, che ha tenuto la lectio “Renewing the social contract for education: challenges and opportunities”, durante la presentazione della versione italiana del Rapporto della Commissione sui Futuri dell’Educazione dell’UNESCO, che si è svolta mercoledì 6 dicembre alla Camera dei Deputati. Un evento promosso dalla Cattedra UNESCO dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Gruppo Editoriale La Scuola, con la partecipazione di rappresentanti dell’UNESCO e del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
Un invito al dialogo raccolto dalla Cattedra Unesco “Education for Human Development and Solidarity among Peoples” dell’Università Cattolica, diretta da Domenico Simeone che ha promosso la traduzione in italiano, realizzata dal Gruppo Editoriale La Scuola. Si tratta di un’occasione per rimediare alle ingiustizie del passato e trasformare il futuro ma è necessario.
Tutta la Comunità educante, non solo la Scuola, è chiamata in campo per dare risposte all’emergenza educativa in riferimento alla crisi morale e sociale, alle esigenze della globalizzazione, a un rincorrersi di dinamismi sempre più veloci a causa del gigantesco sviluppo scientifico e tecnologico. Per rinnovare l’educazione è più che mai necessario promuovere un nuovo Contratto Sociale che permetta di riparare le ingiustizie del passato e di costruire futuri più equi e sostenibili. Secondo la Commissione internazionale che ha curato il Rapporto UNESCO, un nuovo Contratto Sociale per l’educazione rappresenta l’invito a un’azione collettiva che coinvolga tutte le parti interessate all’istruzione – pubbliche, private e civili – con l'obiettivo di definire l’organizzazione e le finalità del sistema educativo al fine di re-immaginare i nostri futuri insieme.
Secondo il nuovo Rapporto Unesco bisogna partire da tre domande: che cosa dobbiamo continuare a fare? Che cosa dobbiamo abbandonare? Che cosa deve essere inventato da capo in modo creativo? Un contributo per rispondere a queste domande è stato dato da Sobhi Tawil, direttore della Divisione “Future of learning and innovation” dell’UNESCO, che ha tenuto la lectio “Renewing the social contract for education: challenges and opportunities”, durante la presentazione della versione italiana del Rapporto della Commissione sui Futuri dell’Educazione dell’UNESCO, che si è svolta mercoledì 6 dicembre alla Camera dei Deputati. Un evento promosso dalla Cattedra UNESCO dell’Università Cattolica, in collaborazione con il Gruppo Editoriale La Scuola, con la partecipazione di rappresentanti dell’UNESCO e del Ministero dell’Istruzione e del Merito.
I paesi più istruiti del mondo sono quelli che stanno accelerando di più cambiamento climatico. Ma se istruirsi significa vivere in modo insostenibile, allora – dice Tawil - dobbiamo ricalibrare le nostre nozioni di cosa l’istruzione dovrebbe fare e reimpostare le nostre interdipendenze. L’umanità si trova di fronte ad una difficile situazione e deve fare una scelta urgente di rottura o di svolta: continuare su un percorso insostenibile o radicalmente cambiare rotta. Dobbiamo riequilibrare il nostro rapporto fra di noi, con il pianeta e con la tecnologia. Conoscenza e apprendimento sono la base per il rinnovamento e la trasformazione. Ma serve un nuovo contratto sociale per l’educazione affinché questa riesca a ricostruire le nostre relazioni reciproche, con il pianeta e con la tecnologia. Il Rapporto ci insegna che dobbiamo agire con urgenza per cambiare rotta, perché il futuro dell’umanità dipende dal futuro del pianeta, ed entrambi sono a rischio”.
Un invito al dialogo raccolto dalla Cattedra Unesco “Education for Human Development and Solidarity among Peoples” dell’Università Cattolica, diretta da Domenico Simeone che ha promosso la traduzione in italiano, realizzata dal Gruppo Editoriale La Scuola. Si tratta di un’occasione per rimediare alle ingiustizie del passato e trasformare il futuro ma è necessario
dare vita a un vero e proprio laboratorio creativo nel quale sviluppare le potenzialità trasformative dell’educazione e avviare processi di cambiamento», afferma Domenico Simeone, direttore della Cattedra Unesco “Education for Human Development and Solidarity among Peoples” dell’Università Cattolica. «Questo terzo documento presenta una lucida valutazione delle sfide che l’educazione deve affrontare oggi e nel futuro. Di fronte ai rapidi cambiamenti ambientali e sociali, è necessario imprimere un sostanziale cambio di direzione nel modo in cui sono organizzati i sistemi scolastici e ripensare gli obiettivi che essi si prefiggono. Dal Rapporto emerge l’urgenza di dare maggiore importanza all'ecologia; di fornire alle studentesse e agli studenti gli strumenti critici per individuare la disinformazione, i pregiudizi e le idee preconcette; rafforzare la cooperazione pedagogica tra i diversi attori coinvolti nel processo educativo e migliorare la professionalizzazione del corpo docente.
Il convegno si è aperto con i saluti istituzionali di Anna Ascani, Vicepresidente della Camera dei Deputati, Paola Frassinetti, Sottosegretario di Stato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, e Enrico Vicenti, Segretario Generale della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO.
A partire dai contenuti del Rapporto UNESCO è seguita una sessione di dibattito e riflessione con gli interventi di Carmela Palumbo, Capo Dipartimento del Sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell'Istruzione e del Merito, Cristina Grieco, Presidente INDIRE, Roberto Ricci, Presidente INVALSI, e Patrizio Bianchi, Portavoce della Rete delle Cattedre UNESCO italiane.
Le conclusioni sono state affidate a Massimiliano Fiorucci, Rettore dell’Università degli Studi Roma Tre e Coordinatore della Commissione “Formazione iniziale degli insegnanti” della CRUI.
Il documento Unesco presenta approfondimenti sulle tecnologie digitali, sul cambiamento climatico, sull’arretramento della democrazia e sulla polarizzazione sociale, nonché sul futuro incerto del lavoro. L’obiettivo non è solo avviare un dialogo sull’educazione aperto a tutti e stimolare riflessioni, ma anche spronare ciascuno di noi all’azione. Sostiene, soprattutto, che è attraverso milioni di atti individuali e collettivi di coraggio, leadership, resistenza, creatività e cura che cambieremo rotta e trasformeremo l’educazione per costruire futuri giusti, equi e sostenibili.
Proposte per rinnovare l’educazione.
La pedagogia dovrebbe essere organizzata intorno ai principi di cooperazione, collaborazione e solidarietà. Dovrebbe stimolare le capacità intellettuali, sociali e morali degli studenti e delle studentesse per lavorare insieme e trasformare il mondo con empatia e compassione. Occorre inoltre disimparare i pregiudizi, i preconcetti e le divisioni. La valutazione dovrebbe riflettere questi obiettivi pedagogici in modo da promuovere una crescita e un apprendimento significativi per ogni studente e studentessa.
I curricoli dovrebbero enfatizzare l’apprendimento ecologico, interculturale e interdisciplinare che aiuta gli studenti e le studentesse ad accedere alle conoscenze e a produrle, sviluppando al contempo la loro capacità di applicarle e metterle in discussione. I curricoli devono abbracciare una comprensione ecologica dell’umanità che riequilibri il modo in cui ci rapportiamo alla Terra come pianeta vivente e come nostra unica casa. La diffusione della disinformazione dovrebbe essere contrastata attraverso alfabetizzazioni scientifiche, digitali e umanistiche che sviluppino la capacità di distinguere il falso dal vero. Nei contenuti, nelle politiche e nei metodi educativi dovremmo promuovere la cittadinanza attiva e la partecipazione democratica. L’insegnamento dovrebbe essere ulteriormente professionalizzato come uno sforzo collaborativo in cui gli insegnanti sono riconosciuti per il loro lavoro in quanto produttori di conoscenza e figure chiave nella trasformazione educativa e sociale. La collaborazione e il lavoro in team dovrebbero caratterizzare l’attività degli insegnanti.
Le scuole dovrebbero essere luoghi educativi protetti per l’inclusione, l’equità e il benessere individuale e collettivo che sostengono, ma anche re-immaginate per promuovere meglio la trasformazione del mondo verso futuri più giusti, equi e sostenibili. Le architetture, gli spazi, i tempi, gli orari scolastici e i gruppi di studenti e studentesse dovrebbero essere riprogettati per incoraggiare e consentire agli individui di lavorare insieme. Le tecnologie digitali dovrebbero avere lo scopo di sostenere – e non di sostituire – le scuole. Le scuole dovrebbero modellare i futuri a cui aspiriamo, garantendo i diritti umani e diventando esempi di sostenibilità e neutralità carbonica.
Il documento dell’UNESCO, tradotto in italiano dal Gruppo Editoriale La Scuola, è disponibile al seguente link:
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000384298 (versione completa);
https://unesdoc.unesco.org/ark:/48223/pf0000379381_ita (sintesi)
L’evento potrà essere seguito in diretta streaming mediante il seguente link: https://webtv.camera.it/.